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Nel Novecento nasce l'industria della moda la quale sforna collezioni nuove all'impressionante velocità che solo macchine moderne potevano garantire. Dalle confezioni sartoriali si passa a quelle industriali, sebbene gli atelier dei grandi sarti mantengano un ruolo fondamentale nell'haute couture e per rimarcare ciò ricordiamo che proprio negli anni Cinquanta si tiene la prima sfilata d'alta moda del nostro paese.

Il successo della moda pronta s'affermano va di pari passo con l'apertura dei grandi magazzini di abiti ed accessori, negozi nei quali le donne e gli uomini di ogni classe sociale potevano permettersi di fare acquisti restando a passo con i tempi e con le tendenze dettate dal gusto passeggero.

Negli anni Trenta i pantaloni entrano negli armadi delle signore e gli uomini iniziano a vestirsi in modo più casual, prendendo spunto dai vestiti abitualmente indossati per praticare sport, i quali incuriosiscono i giovani e quindi persone di tutte le età.

L'arrivo di nuovi tessuti creati in laboratorio aumenta le possibilità di scelta per gli stilisti che possono lavorare con fibre artificiali pensate per non stropicciarsi, mantenere caldo il corpo ed essere a buon mercato, così convenienti da consentire alle persone di comprare un gran numero di abiti, passando da uno stile all'altro a gran velocità.

Dagli anni Sessanta non mancano, infatti, mode e tendenze che si trasformano di stagione in stagione, frutto della creatività dei migliori stilisti e dei giovani che osano, proprio come fece Mary Quant quando accorciò la sua gonna.